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Comune al centro della provincia di Fermo, dove i resti del suo castello lo rendono un affascinante scrigno medievale.
Nasce come centro fortificato all'interno di una vasta corte agricola gestita dai monaci farfensi che, a partire dal IX secolo, si erano insediati nella zona; il nome probabilmente gli viene dato dai religiosi che in alcuni casi, avevano ripetuto nei loro insediamenti marchigiani, i nomi di quelli limitrofi all'abbazia madre di Santa Maria di Farfa nel reatino, come accade anche a Belmonte e Monteleone. Altra ipotesi sostiene invece che venga dal nome dell'eventuale proprietario del fondo, risalente all'epoca romana. Le prime tracce nella storia risalgono al 1064, quando veniva donato al vescovo di Fermo il castello di Collicillo, citandone il confine col fosso di Magliano, è la prime volte che si registra il nome del territorio. L'anno seguente viene anche donata al porporato, da Adalberto di Longino, la chiesa di Santa Maria di Mallianus, proprietà che probabilmente era stata sottratta ai monaci, nel 1067 alcune di queste usurpazioni infatti vengono denunciate dall'abate farfense di Montegiorgio. Ricompare alla fine del XII secolo durante le lotte tra papato e impero, nel 1195 il legato imperiale svevi: Marcovaldo di Annweiler, concede a Montegiorgio, da sempre antagonista della filopapale Fermo, di accogliere le popolazioni dei castelli limitrofi e tra questi vi è Mogliano. Dopo la morte dell'imperatore Enrico IV e l'elezione di Papa Innocenzo III, Fermo aveva riacquistato il suo potere e quindi la cittadina montegiorgese è costretta a scenderci a patti nel 1199, rilasciando gli abitanti dei castelli accolti durante la presenza di Marcovaldo. Ritornato sotto la protezione della città, nel 1210 Azzo d'Este diventa signore della Marca scontrandosi presto con il potere vescovile col quale raggiungerà un accordo nel 1221. Nel 1229 tornavano gli imperiali a Montegiorgio, stavolta nella persona di Rinaldo di Spoleto, durante la sua permanenza aveva concesso un piccolo stato composto da alcuni centri del circondario, vi compare anche Magliano ma già nello stesso anno le truppe fermane lo avevano scacciato dalla zona, ripristinando la situazione precedente. Il paese nel 1266 si sottomette al comune di Fermo, dall'atto si legge che era possesso dei Canonici della Cattedrale, come la vicina Grottazzolina, probabilmente questi lo avevano ottenuto in precedenza dal vescovo. Sotto l'egemonia fermana subirà la politica cittadina, soprattutto nel XIV secolo quando col Papa trasferitosi ad Avignone, in molti vollero salire al potere nelle sue città trasformandole in signorie. Tra il 1331 ed il 1340 si vede al governo Mercenario da Monteverde seguito a breve dalla signoria di Gentile da Mogliano nel 1345 finita con l'arrivo del Cardinale Albornoz a tranquillizzare gli stati pontifici. Durante la sua permanenza compila le sue costituzioni dove si legge che Magliano era ancora in mano fermana, nel 1360 cede il testimone a Giovanni Visconti da Oleggio fino alla sua morte nel 1366, a breve si presenta la feroce signoria di Rinaldo da Monteverde dal 1375 al 1379 che causò danni anche nel castello. Gli ultimi anni del secolo si caratterizzano per la presenza al potere degli Aceti solo per un breve periodo, all'inizio del secolo successivo invece arriva nel 1405 Ludovico Migliorati, nipote di Innocenzo VII, che dopo la morte del parente avvenuta un anno dopo, non vuole abbandonare il suo feudo su ordine del nuovo pontefice, portando la guerra nel territorio. Viene chiamato Carlo Malatesta dalla Santa Sede per scacciare l'usurpatore, nel 1413 costui assedia e occupa Magliano ed altri castelli al fine di indebolire il Migliorati, solo dopo tre anni riesce a recuperarlo. In questo periodo esplode anche la questione della contrada Boara, exclave fermana posta tra il comune maglianese e quelli di Montegiorgio, Grottazzolina e Belmonte, sorta per questioni di pascolo e risolta temporaneamente dal tribunale cittadino nel 1428, con dei nuovi confini. Successivamente cade con buona parte delle Marche, sotto l'inarrestabile potere di Francesco Sforza a partire dal 1433 fino alla sua cacciata da Fermo nel 1446. Poco dopo scoppiano problemi di confine con Montegiorgio che vengono risolti dal governo fermano nel 1456, tre anni dopo il vescovo scambia con il comune il castello di Montottone in favore di svariati terreni a Magliano, Grottazzolina e Monteverde. Oliverotto Euffreducci usurpa il potere nel 1502 ma per poco tempo, perché viene ucciso da Cesare Borgia che lo sostituirà al governo fino all'anno successivo, nel 1513 il nipote di Oliverotto: Ludovico, riesce a instaurare una nuova signoria sulla città. Nel 1520 cade ucciso in una battaglia nelle piane del Tenna a poca distanza dal paese, la pace ritrovata viene rotta sette anni più tardi col passaggio delle truppe di Odet de Foix conte di Lautrec, portando ancora scompiglio. Dieci anni più tardi Fermo perde la sua supremazia sul territorio per volontà di Papa Paolo III punendola per la guerra con Monte San Pietrangeli, il governo sarà spostato a Montottone e sarà creato lo Stato Ecclesiastico dell'Agro Piceno, retto dal nipote del pontefice: Ranuccio Farnese. Intanto nel 1542 riesplode il conflitto per la Boara di Fermo, stavolta più cruento, iniziato tra Belmonte e Montegiorgio degenera presto in una guerra dove i paesi del circondario, Magliano compreso, formeranno un piccolo esercito e assalteranno i territori montegiorgesi, arrivando fin sotto le mura della cittadina. Le autorità però riescono a riportare l'ordine ed a sciogliere l'esercito; nel 1547 finisce il dominio dei Farnese ed il governo ritorna a Fermo e vi rimarrà stabilmente fino all'arrivo dei moti rivoluzionari dalla Francia. Con la breve Repubblica Romana del 1799 vengono sconvolte le antiche istituzioni pontificie, il paese passa nel nuovo Dipartimento del Tronto, nel cantone di Montegiorgio; tornato all'antico regime subito dopo. Con Napoleone ed il Regno d'Italia nel 1808 si ripristinano i dipartimenti, fino alla sua caduta nel 1814 dopodichè si avvierà la restaurazione con la creazione delle Delegazione Pontifice quando sarà annessa al governo di Rapagnano fino all'unità d'Italia. Nel nuovo regno il paese diventa un comune della provincia di Ascoli Piceno fino al 2004 quando viene ripristinata l'antica provincia di Fermo. Cinto ancora dalle mura medievali, vi si accede attraverso le due porte, la meglio conservata è la scenografica Porta da Bora ricavata da un torrione, una volta entrati si può girare tra le piazzette che contraddistinguono il piccolo centro storico. La chiesa di San Gregorio domina la parte orientale, a poca distanza si trova anche il palazzo comunale addossato alle mura, uscendo dall'altra porta si può fare un giro delle belle mura fino a raggiungere il borgo sorto intorno alla chiesa della Madonna di Loreto. Un parco adiacente all'edificio sacro offre qualche momento di riposo in questo tranquillo castello.

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